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PER IL MOMENTO LA PAGINA CONTIENE SOLO APPUNTI

Tra passato e futuro: in piena III rivoluzione industriale la docente contesa tra cuore e computer (tradizione e riforma)

Teorizzazioni

  • Amorevolezza e metodo preventivo

  • metodo fuerstëin

  • carpe melium (progetto orientamento da gnozi eauton)

  • guidare i nostri ragazzi a scelte consapevoli che diano loro serenità

  • consapevolezza (vedi progetti acqua e articolo)

  • autovalutazione dell'insegnante e dell'Istituto (icvana e FS mia-valutazione)

Strumenti e metodologia

  • Il mondo di gesso

  • Lavorare in multitasking (esempio di interdisciplinarità con viaggio virtuale)

  • vantaggi e svantaggi lezioni multimediali: quando sì e quando no

  • un diverso approccio con i ragazzi nel laboratorio (creatività multimediale ed organizzazione dei laboratori)

Formazione

  • Dl 59

  • neoimmessi

  • necessità di collaborazione con altri per provare e testare e far saper di queste nuove strade (v. corso per webmaster e portale per docenti)

Tempi

  • .

Contenuti

  • progetto orientamento

Difficoltà oggettive in vista della riforma: cosa faccio se il PC....?

  • corso C2, referente aula informatica

Comunicazione (messaggio papa)

  • con DS: riunioni di staff

  • con colleghi/e: coordinamento, consigli

  • con genitori: assemblea inizio anno colloqui e CD regalo a fine anno

  • con alunni: manca modalità

  • con tutti: SITO

Autovalutazione

  • valuatazione d'istituto

 

1. DESCRIZIONE DEL PROGETTO  

Le crescenti richieste e sensibilizzazione di una conoscenza del computer e le lingue per un popolo digitale ha fatto sì che il nostro istituto per far fronte a queste esigenze attivasse lo scorso anno scolastico una materia in più:  IL Laboratorio Multimediale

Giunto al secondo anno di sperimentazione e inserito nel nuovo scenario dell'Autonomia Scolastica, il  Laboratorio Multimediale, per l'a.s. 2000 /2001 ha incluso nel suo programma l'iniziativa eLearning, proposta dalla Comunità europea, che ha come obiettivo principale l'uso delle nuove tecnologie che consentono " di accedere al sapere e la generalizzazione di una cultura digitale" come è stato affermato dal Consiglio Europeo di Lisbona, tenutosi nei giorni 23 e 24 marzo 2000.

Il Laboratorio Multimediale, con il progetto students@work  (studenti al lavoro) si prefigge di seguire le linee guida dell'iniziativa eLearning che riguardano gli "aspetti collegati allo sviluppo e all'utilizzazione delle nuove tecnologie nell'apprendimento"  e di stimolare negli studenti una serie di riflessioni relative all' uso attivo, creativo e senza pericoli  delle  tecnologie della comunicazione e dell'informazione nell'apprendimento.Students@Work

(Parte Prima)

1.1   OBIETTIVI EDUCATIVI

  Imparare ad usare Internet come strumento di comunicazione;

 Lo sviluppo della capacità di guidare i compagni ad un uso semplice e corretto di Internet;

 Effettuare una ricerca on-line senza essere intrappolati nell'immensa quantità di informazioni;

  Individuare i pericoli nascosti della rete;

 Migliorare ed approfondire le conoscenze linguistiche;

Sviluppare il pensiero reticolare e realizzare un semplice ipertesto.

    1.2  FASI DI LAVORO E METODOLOGIA  USATA

La fase di lavoro iniziale è stata l'introduzione degli strumenti tecnologici da usare, la suddivisione degli studenti in piccoli gruppi, la ricerca di informazioni e di approfondimento della propria attività.

Per la trasmissione di conoscenze preliminari, l'attività pratica del labortorio è stata integrata con alcune lezioni frontali di tipo teorico.

Gli studenti che hanno realizzato questa prima parte del progetto students@work (studenti al lavoro) mirano a diffondere le abilità basilari apprese, mettendo a disposizione la loro esperienza per aiutare i i loro compagni a muovere i primi passi.  Inoltre, incoraggiano l'apprendimento della lingua inglese, considerata la lingua ufficiale del web.

Se da un lato prestigiose scuole con indirizzo tecnico scientifico hanno sviluppato strumenti innovativi, competitivi e rapidi, dall'altro questi studenti si sono limitati a produrre un prodotto semplice da consultare e facile da trasferire a diverse realtà scolastiche.

 

Tutor: Prof.ssa Fauzia A. Omar

teachers@newcambridgefeltre.it

 

 dal sito http://www.newcambridgefeltre.it/introduzione_lab.htm

primi passi per muoversi in rete http://www.newcambridgefeltre.it/primi_passi.htm

simboli ed emoticons http://www.newcambridgefeltre.it/cyber_consigli.htm

tutto in inglese http://www.newcambridgefeltre.it/tutto_in_inglese.htm

 

 

 

 

 

 

 

 

Il mondo di gesso, carta e inchiostro contro quello virtuale

Pensiero reticolare: pensare ed agire in multitasking, tipico dei ragazzi.

Vedere storia dei passaggi dei giochi elettronici: dal tiro a segno a conflitti violenti e col sangue. Siamo in un periodo in cui il fine (per dirla alla Marino Marini) di ogni cosa pare "la meraviglia". I giovani si aspettano insomma sempre di essere stupiti e risulta molto difficile farlo con strumenti che loro considerano obsoleti. Che fare allora? Semplicemente condividere o perlomeno conoscere le loro passioni può essere utile per utilizzare una metodologia più vicina alle loro abitudini per cercare di stabilire un rapporto collaborativo e di condivisioni. Il passo seguente è cercare di entusiasmarli e, se tutto va secondo i piani, ottenuta la loro stima e fiducia, non resta che accompagnarli lentamente e pazientemente nel nostro mondo di gesso, carta e inchiostro.

Esempio programma su forze endogene, da cui studio mnemonico della magnitudo ...

Occorre poi alternare anche attività ludica

 

SPAZIO VIRTUALE: Il pensiero lineare e il pensiero reticolare. Lettura e analisi di brani letterari. La struttura reticolare della lingua. Analisi del periodo. La telematica e le reti di computer Cos’è la telematica. Una rete di reti. La storia di Internet. Come funziona Internet Un linguaggio comune: il protocollo TCP/IP. Un protocollo a strati. Le applicazioni e i servizi di rete. I nomi della rete. La tipologia delle connessioni a Internet. Come si naviga in Internet Cosa e come cercare in Internet. I motori di ricerca. La posta elettronica Concetti di base. Indirizzo e casella postale. Messaggi personali. Circolari. Il mondo delle liste. L’ipertesto globale: World Wide Web Due concetti importanti: multimedia e ipertesto. Come funziona World Wide Web. Hyper Text Markup Language.

L’ipertesto è tra gli esempi migliori di ambiente di apprendimento costruttivista:

  • è caratterizzato dall’interattività, cioé dalla capacità di rispondere all’utente sulla base delle sue richieste

  • ha una struttura reticolare: il contenuto non sviluppa il pensiero lineare, ma il  pensiero reticolare

  • promuove l’autonomia dell’utente: egli infatti può selezionare i materiali e i percorsi che più gli interessano e decidere di approfondire l’esplorazione secondo le sue necessità

  • abitua a procedere per connessioni logiche tra i contenuti

  • favorisce l’interdisciplinarità

  • è uno stimolo all’attività di ricerca, perché per sua natura spinge ad articolare il materiale e a connetterlo

  • è uno strumento metacognitivo: aiuta a riflettere sull’apprendimento e sulle logiche di connessione dei progressivi blocchi di sapere

  • consente una facile archiviazione del materiale per una successiva rapida consultazione

  • integra la parola scritta con altri codici, primo fra tutti quello iconico

  • consente un incremento delle capacità di comprensione e di memorizzazione del soggetto, grazie all’integrazione di più linguaggi e quindi di più modalità percettive

Bibliografia consigliata
Kibby MR, Mayes JT. Towards intelligent hypertext. In: R. McAleese, ed., Hypertext: theory into practice. Norwood, New Jersey.

vedi http://www.edifolini.com/ecm/ipertesto.html

© Editoriale Fernando Folini - Last update 17-02-2005
ecm@edifolini.com


 
 

MODULO 11 
 
DISCIPLINE E TIC 
di Assunta Nocentini

 
 

TESTI DI RIFERIMENTO 
 

Celi, Romani  
“Macchine per imparare” – Erickson 
 

Calvani “I nuovi media nella scuola” - Carocci

 
 

“La qualità non è un attributo del software o di chi lo fruisce, ma un attributo della relazione tra i due” (G. Olimpo)

    
 
 
 

Quali programmi usare con i ragazzi?

 
 

Tipologie di “software didattico” (definizione ambigua) 
 

Uso di Internet e della posta elettronica per comunicare e ricercare informazioni

Programmi di scrittura elettronica

Programmi di grafica o di disegno

Software on line

Opere multimediali da consultare (enciclopedie, atlanti…) 
Software didattico di esercitazione e rinforzo

Edutaiment

Software didattico prodotto da insegnanti o scuole

Ipertesti

Software per la valutazione degli alunni (test, quiz)

Micromondi (linguaggio Logo)

 
 

Cautele: 
 

Porre attenzione al CONTESTO, agli OBIETTIVI, al METODO 
Valutare il rapporto tra interattività e riflessività 
Promuovere la riflessione metacognitiva 
 

 

IPERTESTI

 
 

    Ipertesto: testo nel quale ci si muove in modo non sequenziale tramite collegamenti (link) 
    Multimedia: prodotto caratterizzato dalla presenza di più linguaggi (testo scritto, immagini, suoni, filmati) 
    Ipermedia: ipertesto in cui l’associatività è estesa (oltre che al testo scritto) a immagini, suoni, video

     
    Spesso si usano in  modo interscambiabile i termini ipertesto e ipermedia 
     

    Caratteristiche di un ipertesto

    Scrittura non più lineare e sequenziale, ma reticolare e pluricentrica

    Visione multiprospettica della conoscenza: “criss crossed landscape” (terreno di attraversamenti multipli)

    Libertà del lettore di costruirsi il suo percorso nel testo, di diventare “scrittore”

    Concezione multipla e distribuita della conoscenza e dell’apprendimento 
     

 
 

    Modalità di impiego dell’ipertesto: 
     

    Essere “lettori” di un ipertesto

    rischio di dispersività

    rinuncia alla gradualità e alla sistematicità nella presentazione dei contenuti

    Molteplicità di percorsi possibili 
     
     
     

    necessità di preconoscenza dell’argomento

    intenzionalità della navigazione

    Metacognizione

    Personalizzazione e individualizzazione dell’apprendimento 
     
     
     

 
 

    Essere “autori” di un ipertesto.

      Condizioni:

    Consapevolezza delle finalità

    Valutazione di tempi e risorse

    Evitare l’ipertrofia tecnologica

    Presenza di abilità progettuali complesse

    Preconoscenza dell’argomento

    Vantaggi:

    Incremento della motivazione

    Realizzazione di attività cooperative

    Sviluppo del pensiero reticolare e critico - riflessivo 
     
     
     

 
 

PISTE DI LAVORO 
 

    Consultazione del modulo 11 sulla piattaforma puntoedu e degli approfondimenti. 
     

       Tra questi, segnalo in modo particolare:

       - Unità 4 (Videoscrittura e giornalino scolastico)

       - Unità 5 (Scrivere e videoscrivere, uso della videoscrittura con i più piccoli)

       - Unità 7 (Valutazione software didattico 
     

 
 
 

    Riflessione sugli ipertesti: 
     

       - consultazione di ipertesti realizzati nel nostro circolo

       - esplorazione e uso dei programmi Amico 4 e/o Amico web

       - progettazione di un percorso per la realizzazione di un ipertesto con i ragazzi 
     
     

 
 

    Software didattico:esplorazione, rilevazione di limiti e potenzialità

       - off line: nella cartella “giochi”, dentro a “documenti”, in ogni pc

       - on line:

       www.pianetino.it

       www.iprase.tn.it

           www.ildivertipc.rai.it/

           www.scuolerignanoincisa.it nello spazio ragazzi, la sezione “giocare e scoprire”

       - realizzati da insegnanti: ipertesto “Il  feudalesimo”; gioco “Moltiplicazioni” 
     
     

 
 

    Programmi di disegno:

       esplorazione dei programmi Paint o “Disegna” e progettazione di percorsi

    Analizzare il percorso “Uso del computer in prima elementare”, evidenziandone punti di forza, limiti, condizioni di trasferibilità…

    Proseguire nello sviluppo delle piste di lavoro relative ai moduli precedenti 
     
     
     

    UN LIBRO DA LEGGERE

    Fresco di libreria un libro che dovremmo leggere: Raffaele Simone, La terza  fase. Forme di sapere che stiamo perdendo (Laterza, pagg. 152, lire 22.000). Ve lo proponiamo attraverso questo articolo di Umberto Galimberti comparso nella sezione Cultura di la Repubblica del 21 Febbraio. Sui temi affrontati segue un contributo di Alessandro Rabbone comparso sulla lista didaweb.

    Le rivoluzioni dell’homo videns

    Con l’avvento di tv e computer è finita la lunga epoca del "sapiens" che si formava soprattutto leggendo.

    Sostiene Raffaele Simone, in un libro appena uscito, che dopo la scrittura e la stampa siamo ora giunti ad una terza fase nella quale accade che molte cose  si imparino non dai libri, ma per averle viste o sentite.

    La scuola è un problema anche perché negli ultimi 30 anni ha trascurato questo mutamento radicale seguitando a privilegiare metodi di apprendimento tradizionali, quasi al riparo del nuovo. Cambiare non sarà facile

    di Umberto Galimberti

    Prima la televisione e poi il computer, questi “elettrodomestici gentili” come vuole la loro iniziale reputazione, oggi hanno gettato la maschera rivelandosi per quel che sono: i più formidabili condizionatori di pensiero, non nel senso che ci dicono cosa dobbiamo pensare, ma nel senso che modificano in modo radicale il nostro modo di pensare, trasformandolo da analitico, strutturato, sequenziale e referenziale, in generico, vago, globale, olistico. Questa trasformazione non è necessariamente un guaio.  Il pensiero analitico ha duemilacinquecento anni di storia che coincide con la storia dell’Occidente. Prima non si pensava in modo analitico e sequenziale, ma olistico e globale, e oggi, grazie alla televisione e al computer, si torna a pensare in quel modo.

    Le conseguenze sono già visibili nella nostra scuola, che nessuna riforma può migliorare se prima non ci si rende conto di questa trasformazione che pone in conflitto la cultura della scuola con la cultura dei giovani. La scuola educa all’analiticità, al controllo linguistico, all’esplicitazione verbale, alla consequenzialità proposizionale, allo spirito critico, alla necessità di tradurre in parole il proprio mondo interiore e la propria esperienza. Rispetto a questo modello, la cultura giovanile è quanto di più dissonante vi possa essere, perché all’esplicitazione verbale preferisce l’allusione, così come predilige l’esperienza vissuta all’analisi dell’esperienza e alla sua nominazione.

    Per i giovani le esperienze è meglio averle, viverle, rievocarle che raccontarle analiticamente e tradurle in strutture discorsive, per cui andare a scuola finisce con l’essere una finzione, quando non una penitenza, finita la quale, si può tornare alla realtà vera e autentica che non si articola in proposizioni verbali, ma in emozioni totali, come la musica, ad esempio, che non è una materia scolastica, ma qualcosa di infinitamente più profondo e coinvolgente, che accomuna una cultura all’altra, mettendo in secondo piano la differenza linguistica e la sua articolazione proposizionale.

    Leggo queste cose in un bellissimo libro di Raffaele Simone, La terza fase.  Forme di sapere che stiamo perdendo (Laterza, pagg. 152, lire 22.000). La prima fase coincise con l’invenzione della scrittura che permise di dare stabilità alle conoscenze che sono un patrimonio fragile, delicato, sempre esposto al rischio di andare perduto. La seconda fase si aprì venti secoli dopo con l’invenzione della stampa che fece del libro, fino allora costosissimo e non riproducibile, un bene a basso costo e alla portata di tutti, che consentì a milioni di persone di attingere a cose pensate da altri a immense distanze di tempo e di spazio.

    Negli ultimi trent’anni siamo traghettati nella terza fase, dove le cose che sappiamo, dalle più elementari alle più complesse, non le dobbiamo necessariamente al fatto di averle lette da qualche parte, come accadeva fino a trent’anni fa, ma semplicemente al fatto di averle viste in televisione, al cinema, sullo schermo di un computer, oppure sentite dalla viva voce di qualcuno, dalla radio, o da un amplificatore inserito nelle nostre orecchie e collegato a un walkman. A questo punto sorgono spontanee le domande che Raffaele Simone opportunamente si pone: come la trasformazione della strumentazione tecnica modifica il nostro modo di pensare? E ancora: quali forme di sapere stiamo perdendo per effetto di questo cambiamento?

    Con l’avvento della scrittura il vedere acquistò un primato rispetto all’udire, ma non lasciò senza cambiamenti la stessa vista che, da visione delle immagini del mondo, dovette imparare a tradurre in significati una sequenza lineare di simboli visivi. Se leggo la parola “cane”, la forma grafica della parola e quella fonica non hanno niente a che fare con il cane, e allora la visione dei codici alfabetici comporta un esercizio della mente che la visione per immagini non richiede. Ciò ha comportato un passaggio da un tipo di intelligenza che Raffaele Simone chiama simultanea a quell’altro tipo di intelligenza considerata più evoluta che è quella sequenziale.

    L’intelligenza simultanea è caratterizzata dalla capacità di trattare nello stesso tempo più informazioni, senza però essere in grado di stabilire una successione, una gerarchia e quindi un ordine. E’ l’intelligenza che usiamo ad esempio quando guardiamo un quadro, dove e’ impossibile dire che cosa in un quadro vada guardato prima e cosa dopo.  L’intelligenza sequenziale, invece, quella che usiamo per leggere, necessita di una successione rigorosa e rigida che articola e analizza i codici grafici disposti in linea.

    Sull’intelligenza sequenziale poggia quasi tutto il patrimonio di conoscenze dell’uomo occidentale. Ma questo tipo di intelligenza, che fino a qualche anno fa sembrava un progresso acquisito e definitivo, oggi sembra entrare in crisi ad opera di un ritorno dell’intelligenza simultanea, più consona all’immagine che all’alfabeto. Non a caso si assiste in tutto il mondo ad un arresto dell’alfabetizzazione che da diversi anni non si schioda dal quel 47 per cento di analfabeti, per cui sembra si rovesci quel processo, che sembrava irreversibile, che aveva portato l’uomo dall’intelligenza simultanea a quella sequenziale. Radio, telefono e televisione hanno riportato al primato l’udito rispetto alla vista, e ricondotto la vista dalla decodificazione dei segni grafici alla semplice percezione delle immagini che sugli schermi si susseguono, con conseguente modificazione dell’intelligenza la quale, da una forma evoluta, regredisce a una forma più elementare.

    Naturalmente guardare è piu’ facile che leggere e quindi, cari amici del libro, apprestiamoci ad essere sempre più rari e, in questo mondo mediatico, anche un po’ strani. L’homo sapiens, capace di decodificare segni ed elaborare concetti astratti è, come dice Raffaele Simone, sul punto di essere soppiantato dall’homo videns che non e’ portatore di un pensiero, ma fruitore di immagini, con conseguente “impoverimento del capire” dovuto, secondo Giovanni Sartori (Homo videns. Televisione e post-pensiero, Laterza, 1998) all’incremento del consumo di televisione. E come è noto, una moltitudine che “non capisce” è il bene più prezioso di cui può disporre chi ha interesse a manipolare le folle.  “Non ho letto il libro, ma ho visto il film”, così si giustifica la gente che non legge. Ma quali segni di mutamento profondo nell’uso della nostra mente nasconde questa semplice frasetta? Raffaele Simone ne elenca alcuni: innanzitutto il ritmo mentale che nella lettura è autotrainato, nella visione è eterotrainato dall’emittente, per cui chi guarda è costretto a seguire il ritmo imposto dallo spettacolo. Ciò comporta una riduzione della correggibilità per cui chi guarda, a differenza di chi legge, non può fermarsi per verificare se ha ben capito quel che ha visto. La possibilità di fermarsi consente in ogni fase della lettura di richiamare la nostra enciclopedia di conoscenze precedenti, mentre la cosa non è consentita a chi vede, perché la successione delle immagini, non lasciandogli il tempo, non glielo permette. La concentrazione, il silenzio, la solitudine sono essenziali a chi legge, mentre si può guardare collettivamente, convivialmente e addirittura facendo altre cose.  Condizioni, queste, che non favoriscono per nulla la riflessione e l’approfondimento.

    In compenso la visione esercita la multisensorialità, per cui se si perde quel che trasmette il canale uditivo è possibile seguire quello visivo e viceversa, alla fine qualcosa rimarrà, e l’utente si sente da questo rassicurato. Inoltre, a differenza della lettura, il carattere iconico della visione, consente di afferrare a prima vista il proprio oggetto e quindi di coinvolgere immediatamente l’emozione, che però cattura l’anima senza il tempo di un’elaborazione. La “fatica di leggere” non può competere con la “facilita’ di guardare”, e allora, rispetto al libro, la televisione sarà il medium più amichevole perché è quello che “dà meno da fare”.

    Oggi la scuola va male perché da trent’anni a questa parte ha a che fare sempre meno con l’homo sapiens e sempre più con l’homo videns, la cui mente finisce con l’essere diversamente conformata. Ancora buona per conoscenze iniziali complesse come la matematica, che si continua a imparare meglio a scuola che fuori, la scuola va perdendo terreno ogni giorno di più perché, invece di interagire con l’espansione esponenziale delle informazioni, superficiali finché si vuole, ma comunque elementi di conoscenza messi a disposizione dai media, sembra un rifugio in cui ci si rinchiude per essere protetti dal fluire della conoscenza e dal suo accrescersi.

    La scuola infatti è cognitivamente lenta finché si limita a trasmettere un pacchetto delimitato e statico di conoscenze selezionate, e metodologicamente lenta nella sua difficoltà ad accedere a quei luoghi di conoscenza che non sono solo le enciclopedie e i vocabolari, ma le banche dati e i repertori. Per cui oggi la scuola non è più il luogo della movimentazione della conoscenza, ma quello in cui alcune conoscenze, dopo essere state trasmesse e classificate, si sedentarizzano, stagionano, e si staticizzano.

    Che fare? Non lo so. Ma è già un passo avanti prender conoscenza di almeno due cose: innanzitutto che l’intelligenza sequenziale, che finora ha caratterizzato l’Occidente nella costruzione delle sue conoscenze, cede ogni giorno di più il passo all’intelligenza simultanea, e in secondo luogo che la scuola ha ormai a che fare con un universo giovanile che fatica enormemente di più che in passato a seguire il carattere sequenziale dell’intelligenza a cui la scuola affida quasi esclusivamente la trasmissione del suo sapere.

    Per i passaggi epocali non ci sono ricette pronte, ma sfide di pensiero e di paziente sperimentazione. Mettiamoci al lavoro.


    UN CONTRIBUTO AL DIBATTITO

     Sul tema "Le rivoluzioni dell'homo videns"

    di Alessandro Rabbone

    Scrive Galimberti:

    "Con l’avvento di tv e computer è finita la lunga epoca del “sapiens” che si formava soprattutto leggendo.

    ………………………………………….

    i più formidabili condizionatori di pensiero, non nel senso che ci dicono cosa dobbiamo pensare, ma nel senso che modificano in modo radicale il nostro modo di pensare, trasformandolo da analitico, strutturato, sequenziale e referenziale, in generico, vago, globale, olistico. Questa trasformazione non è necessariamente un guaio.  Il pensiero analitico ha duemilacinquecento anni di storia che coincide con la storia dell’Occidente. Prima non si pensava in modo analitico e sequenziale, ma olistico e globale, e oggi, grazie alla televisione e al computer, si torna a pensare in quel modo."

    Non certo per contraddire le tesi di Galimberti - Simone, ma per allargare un po’ lo spettro del discorso, vorrei ricordare altre interpretazioni in qualche modo simili a questa, che prendono in considerazione i mutamenti di pensiero legati all’invenzione della scrittura, alla diffusione della stampa e all’avvento della tecnologia degli ultimi decenni. Mi riferisco a W. Ong (Oralità e scrittura, il Mulino), che già più di dieci anni fa sottolineava l’importanza dell’interiorizzazione psicologica di modelli culturali-comunicativi riferiti ai tre momenti storici.

    A differenza di Galimberti, Ong fissa la sua attenzione non tanto sul coinvolgimento percettivo dei sensi, quanto sulle modalità di comunicazione. L’uomo occidentale passa così da una fase di cultura orale ad una alfabetica che trova la sua massima espansione dopo l’invenzione del libro a stampa. L’avvento dei media secondo Ong segna sì un ritorno ad un universo orale, ma ad un’oralità “secondaria” (cioè mediata dall’esperienza alfabetica). A differenza di quanto sembra sostenere Galimberti non si tratta dunque di un ritorno al passato tout court, ma dell’ingresso in un mondo comunicativo inedito...

    Molto chiaro, in questo senso, è l’esempio dell’uso del registratore vocale. Si tratta senz’altro di uno strumento che ha a che fare con l’oralità e non con la scrittura; eppure nell’usarlo noi mettiamo in funzione procedure e “concetti” che abbiamo interiorizzato grazie alla pratica della lettura e scrittura. Con il registratore possiamo fissare nel tempo e rendere disponibile infinite volte una registrazione, esattamente come avviene con un testo scritto e come non sarebbe invece possibile in una cultura di oralità “primaria”. Allo stesso modo le icone del desktop del mio computer (o un semplice videogioco per bambini), pur non avendo a che fare con i codici alfabetici strettamente intesi, sono altrettanto lontane dalle rappresentazioni isomorfe delle culture pre-alfabetiche e risulterebbero incomprensibili ad un analfabeta tanto quanto le lettere dell’alfabeto.

    La distinzione tra pensiero sequenziale (dell’homo sapiens) e pensiero simultaneo (dell’homo videns) è senz’altro verosimile, ma parrebbe corretto identificare quest’ultimo con il “pensiero reticolare”, che indubbiamente presenta aspetti di simultaneità?

     

    didaweb@king.eurolink.it

     

    da http://ospitiweb.indire.it/adi/recensioni/raffsim.htm

 

CHI LEGGERA’ IL MIO LAVORO DOVRA’ PENSARE APPENA TERMINATO DI DOVER CAMBIARE IL SUO MODO D’INSEGNARE

 

Si tenga comunque conto che il futuro è il computer:

-         Vedi iniziative ministero FORTIC, Portfolio digitale, siti scuole, …

-         Vedi già uso calcolatrice

-         Tra poco si andrà a scuola col portatile

 

Cogliere il meglio, in funzione del computer dalle varie scuole di pensiero: Metodo preventivo (per educazione e obiettivi educativi), Metodo Feuerstein (per non porre limiti alle potenzialità umane: si veda esperimento con dati d’ingresso falsificati per insegnanti), metodo …. (per insegnare in modo fantasioso creativo e accattivante)

 

Metodo Feuerstein

La mia teoria si chiama "Modificabilità Cognitiva" . La sostanziale plasticità dell’intelligenza si conserva ben oltre l’infanzia, e non esiste quoziente d’intelligenza basso che ci possa scoraggiare. Abbiamo aiutato a diventare normali bambini con quozienti 70, 60, 50. Il quoziente d’intelligenza ci racconta solo quello che il ragazzo ha appreso, non ci dice nulla su quello che potrebbe essere messo in grado di imparare con la giusta mediazione degli insegnanti. Perché è questa mediazione che è indispensabile nel mio metodo. Il cambiamento che il loro lavoro può indurre nei disabili non si limita a comportamenti, alla superficie, ma interessa direttamente la struttura dei processi mentali, e quindi resta stabile nel tempo. Il metodo richiede tutta la dedizione, tutta la capacità selettiva dell’educatore, tutta la sua pazienza nel selezionare le nozioni e i principi utili al bambino e nel regolare i tempi dell’apprendimento, che per esempio nei bambini Down sono più lenti. Comparazione, classificazione, percezione analitica, relazioni spazio temporali sono per noi materie di apprendimento. Ci aiuta un’autentica industria di giocattoli speciali che produciamo per aiutarci con l’aiuto di disegnatori, artigiani, educatori. Sono giocattoli complessi, pensati in modo specifico per superare certe disabilità: ho visto spesso i nostri ragazzi diventare più veloci e abili dei ragazzi normali nel rimettere insieme i pezzi di un qualche speciale puzzle. L'insegnante accompagna il ragazzo non solo nel regno della conoscenza, ma in quello dello sviluppo del suo stesso cervello, che si modifica nel tempo.

 

Premessa:

-          nessun ragazzo ha limiti (Metodo Feuerstein)

-         la fantasia e la simpatia degli insegnanti cattura gli alunni che imparano in modo convinto e con tutta la curiosità, tipica della loro età e con la possibilità di ricordare per sempre …

Se melo dici, dimentico.

Se mi fai vedere, ricordo.

Se mi coinvolgi, capisco.

  (Proverbio cinese)

-         Importanza dell’amorevolezza di don Bosco

 

Computer per:

-         Sviluppare logica ( grazie a ….), fantasia, creatività, attenzione, concentrazione, conoscenze (grazie anche al multimediale e ai filmati o alle simulazioni

-         avvicinarci noi ai ragazzi e non pretendere il contrARIO

-         vedendo dati sul ricordo (% maggiore per clip rispetto all’ascoltato)

-         insegnare utilizzando metodologie non noiose

-         indorando la pillola (v. citazione latina) si può propinare qualsiasi contenuto, anche complesso con grafica , movimento e esercizi adeguati

-         possibilità di lavori di coppia o di piccoli gruppi senza troppa dispersione come accade per la costruzione di cartelloni

-         possibilità di migliorare l’attenzione e la concentrazione e la logica anche con giochi tipo Play Station

-         Perché ti obbliga alla precisione, all’attenzione: o fai esattamente tutta la procedura come va fatta o non ce la fai a raggiungere il tuo scopo

-         Perché in una fase di passaggio in cui la tecnologia porta a sintetizzare tutto con SMS e e-mail, importante per la sintesi sì, ma manca uno spazio per la ricerca della “prolissità” e grazie ad un sapiente uso dei programmi come word (V. IMPORTANZA DELLA SCELTA UMANA) si può imparare l’uso dei sinonimi e la piacevolezza della “fluidità”.

 

Metodologie lezioni al computer

-         lezione frontale con monitor o videoproiettore

-         lavoro individuale (anche verifiche di gramm.)

-         lavoro di gruppo (e in rete)

 

Per ogni metodologia dire perché il computer è meglio del metodo tradizionale

Possibilità diverse offerte dall’uso di periferiche come microfono e cuffie (per es. pronuncia e verifiche, di scanner (uso OCR per rielaborare testi), uso stampante (si ha subito il prodotto), tavoletta grafica,

Internet

-         videoconferenze

-         comunicazione anche visiva a distanza

-         corrispondenza epistolare

-         navigazione in rete mirata e produttiva

-         conoscenza dell’assoluta libertà d’informazione offerta dalla rete, relativo sviluppo critico (per classi II e III principalmente) e comprensione delle molte sfaccettature dell’informazione.

-         Rischi della rete (se lo conosci, lo eviti)

 

CATTURATI I RAGAZZI, ameranno te e le tue materie e si fideranno se tu dirai che anche i loro libri possono dire molto e che così impareranno e la fantasia delle immagini ora la dovranno mettere loro.

Concorsi per coinvolgerli: Coop e acqua e vita, articolo... e progetti particolari

Orientamento: entusiasmo, metodo di studio, mappe mentali

Valutazione: come valutare gli alunni, come autovalutarci valutazione d'istituto

 

 

 

 

 

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Mariangela Talamona

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Ultimo aggiornamento: 23/05/2005